Insurtech, ricerca Axa-Episteme: le aspettative delle startup verso le assicurazioni.
Italiani e startupper concordano sul fatto che l’innovazione sia prima di ogni altra cosa la risposta all’urgenza e alla pressione dei nuovi bisogni individuali e sociali. Se già per la popolazione italiana l’innovazione prevede momenti di discontinuità da cui scaturiscono nuovi modi di pensare, questo significato è ancora più chiaro per chi fa dell’innovazione la propria missione lavorativa: quasi la metà delle start-up intervistate (48,4%) ritiene che l’innovazione significhi “Pensare e vedere le cose diversamente” (contro il 26,1% del totale della popolazione).
Sono queste le principali evidenze che emergono dal focus su innovazione e start-up contenuto nella ricerca di AXA Italia condotta da Episteme (“Tra volatilità e connessione: le nuove frontiere dell’innovazione per la protezione) e presentata oggi nel corso dell’Italian #AXAForum 2017, all’interno dell’Open Summit di StartupItalia!.
La visione disruptive del futuro parte sempre dall’individuazione delle reali esigenze della società. Gli startupper sono infatti i più convinti sostenitori della necessità di offrire ai cittadini servizi innovativi sempre più rispondenti alle loro reali esigenze, in quanto oltre un terzo di loro (34,3%) pensa che la sfida più grande sia “offrire prodotti e/o servizi in grado di rispondere a bisogni reali dei consumatori”, percentuale sensibilmente più alta del totale della popolazione italiana (19,2%).
Insurtech, startupper “visionari concreti”
Entrando più nel dettaglio, le aspettative nei confronti delle innovazioni tecnologiche degli italiani confrontate con quelle degli startupper danno origine a due scale di priorità differenti: maggiormente improntata a seguire i grandi sogni dell’umanità nel primo caso e più concreta e prossima alla realizzazione nel secondo.
Per gli italiani, al primo posto troviamo la sostenibilità energetica (40,1%), seguita dallo sviluppo di tessuti artificiali per rigenerare tessuti e cellule umani (32,3%) e dallo sviluppo di sistemi di previsione di fenomeni naturali estremi e catastrofi (28,9%). Per le startup, invece, al primo posto si trova lo sviluppo di tessuti artificiali (56,3%), al secondo la creazione di microchip e dispositivi indossabili per la salute individuale (48,4%) e al terzo a pari merito la sostenibilità energetica e la risoluzione della crisi idrica e alimentare (42,2%).
Insurtech, collaborazione tra soggetti
Italiani e startupper non la pensano esattamente allo stesso modo quando gli viene chiesto quali possano essere i soggetti in grado di realizzare scoperte e innovazioni del futuro. Se per i primi conta soprattutto “la dimensione”, con le università e i grandi centri di ricerca al primo posto (37,3%), seguiti da i piccoli gruppi di lavoro/le startup (22,7%); per i secondi è vero il contrario, ovvero massime aspettative per startup e piccoli gruppi di lavoro (59,4%), seguite con grande distacco da università e i grandi centri di ricerca (18,8%).
Anche se si guarda alle collaborazioni ritenute più proficue le prospettive non combaciano: gli italiani sembrano fidarsi soprattutto della collaborazione tra consumatori (25.9%), stati (21.5%) e startup e aziende private (20.0%); mentre gli startupper guardano con ottimismo soprattutto a queste ultime: startup e aziende private (55.6%), aziende private (38.7) e startup e mondo assicurativo (38.6%).
Insurtech, le aspettative delle startup verso le assicurazioni
Approfondendo ulteriormente il tema della collaborazione tra startup e assicurazioni, gli startupper dimostrano di avere grandi aspettative nei confronti del mondo assicurativo per ottenere finanziamenti (85,5%), protezione in caso di fallimento (71,5%) e soluzioni di welfare aziendale (45,6%).
Sondaggio Episteme: nota metodologica
Circa 3.550 interviste CAWI (Computer-Assisted Web Interviewing) a un campione di 1.656 individui tra i 18 e i 74 anni, effettuate ad ottobre 2017.
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Redazione

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